L’ultima cena con i gamberi di fiume: la chiesa di San Bartolomeo

Bartolomeo, un semplice pescatore di Cana, al quale Gesù dimostra già dal primo incontro una fiducia totale. A Cristo accogliente, Bartolomeo saprà rispondere: “Tu sei il re d’ Israele!”

Dopo la morte e resurrezione di Gesù sembra che Bartolomeo si sia dedicato alla testimonianza e alla predicazione in diverse regioni dell’Oriente.  Converte molte persone tra cui anche il re Polimio con sua moglie e la popolazione del regno. Il fratello del re farà per questo condannare a morte Bartolomeo con crocifissione e scuoiamento. Mentre Polimio dopo la conversione diventerà vescovo.

La chiesa di Villapiana è dedicata a San Bartolomeo che viene raffigurato in diversi momenti e spazi.

Sulla parete destra è in primo piano; un’iconografia quattrocentesca lo raffigura come un giovane, magro, grazioso, biondo, con il pugnale sulla mano destra, simbolo del suo martirio.

Il paliotto lo pone in centro, in posizione frontale, da solo; porta una vesta rossa per indicare il martirio; il coltello è tenuto con la mano sinistra, mentre la destra sorregge un libro aperto. È un uomo di mezza età con barba e capelli lunghi. La luce del nimbo esalta la sua santità.

La pala d’altare, del 1641, lo vede con la stessa iconografia, tra santi in una sacra conversazione con la Madonna in gloria e il Bambino benedicente.

Il pittore Marco da Mel che si impegna ad affrescare questa chiesa nel 1540, come si può leggere chiaramente nell’ iscrizione in controfacciata (“…l’anno 1540 Marcus Da Mello pingebat”), sceglie di raccontare in parete la vita del Santo, ricoprendo gli affreschi sottostanti del XV secolo, che vennero alla luce nel 1970 con un restauro che comportò lo stacco di nove porzioni del ciclo del XVI secolo.

Dell’opera del pittore zumellese si può vedere sulla parete destra il Battesimo di Polimio, come è ancora possibile leggere sul cartiglio in basso. In un edificio architettonicamente complesso fra colonne, archi e pareti si svolge la scena: San Bartolomeo, dai capelli neri e ricci, la pelle chiara, gli occhi grandi, la barba folta e ricciuta, sta per impartire il battesimo all’anziano re Polimio che umilmente si pone in ginocchio, a mani giunte per ricevere il sacramento. Al re si accompagna la moglie, anch’ella in ginocchio, con il capo coperto e in posizione orante. Assistono alla scena la figlia liberata dal demonio e gli abitanti della città, il cui paesaggio accompagna in distanza l’occhio del visitatore.

È plausibile la presenza di San Bartolomeo anche nella rappresentazione dell’Ultima Cena di autore ignoto del Quattrocento in parete nord, visibile dopo lo stacco dell’Ultima Cena di Marco da Mel. Gesù è al centro: cinque apostoli sono alla sua destra e sei siedono alla sua sinistra, solo uno è isolato da tutti, Giuda, con il sacchetto di soldi in pugno.

Sulla tavola sono appoggiati alimenti della tradizione locale tra cui i gamberi di fiume, un alimento un tempo molto comune nella zona. Questo particolare inserisce l’affresco della chiesa di Villapiana nell’espressione artistica dell’“Ultima Cena con gamberi”, in cui i gamberi rossi assumono un valore simbolico profondo in riferimento alla morte e resurrezione di Cristo.

Ancora uno sguardo e una preghiera a San Bartolomeo di cui in questa chiesa si conserva una piccola reliquia.

(Autore: Paola Brunello)
(Foto e video: Simone Masetto)
(Articolo, foto e video di proprietà di Dplay Srl)
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