Santa Margherita, San Bartolomeo e San Biagio: le tre chiese di Godega di Sant’Urbano a loro dedicate custodiscono la fede dei padri e i tesori dell’arte sacra

Il Comune di Godega di Sant’Urbano, con le sue due frazione di Pianzano e Bibano, offre agli occhi dei visitatori splendide testimonianze del passato. Gli stessi toponimi rimandano a popolazioni che di qui transitarono e sostarono: dai romani, ai goti, ai bavari.

La Chiesa parrocchiale di Godega, dedicata alla Santa martire Margherita, vissuta tra il III e IV secolo, denota l’origine antica della chiesa. A seguito del grande terremoto del 1936 e dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale di quest’ultima struttura non rimase più nulla. Silente testimone è il campanile (eretto nel 1831), unico sopravvissuto.

La nuova Chiesa, quella attuale, è stata ricostruita in un luogo più centrale, sulle rovine di un altro palazzo patrizio (Gabrielli-Benedetti), anch’esso danneggiato dalla scossa di terremoto del ‘36. L’elegante facciata ci introduce in un spazio interno di ampio respiro, formato da un’unica navata e quattro piccole cappelle.

Esso contiene diversi tesori provenienti dalla vecchia parrocchiale: il fonte battesimale del XVI secolo e tele del XVIII secolo. Addossata all’abside, dietro all’altare maggiore, spicca la grande pala di Amedeo Giuseppe De Lorenzi raffigurante il Martirio di Santa Margherita e la Trinità. Di gusto moderno, invece, è il trittico, dipinto su tre tavole separate dall’artista Lino Dinetto. 

Immersa in un’oasi di pace è la piccola chiesetta di S. Bartolomeo, nella frazione di Bibano risalente al XII secolo. Al suo interno un affresco databile al XVI secolo raffigura una Madonna in trono con Bambino tra i santi Bartolomeo, Sebastiano, Pietro e Rocco. Sulla parete di fondo, una pala d’altare settecentesca dello Zampini ritrae il titolare della Chiesa. 

Un altro luogo suggestivo e intriso di forte devozione popolare è la Chiesa di S. Biagio a Baver. Ogni anno, il tre febbraio, si celebrano i riti legati alla figura di San Biagio al quale è dedicata la chiesa.

La semplicità dell’esterno contrasta nettamente con la ricchezza degli affreschi tardo quattrocenteschi che si trovano nell’abside: una preziosa Crocifissione ricca di dettagli da scoprire, il martirio di S. Biagio, una completa Teoria degli Apostoli e sul soffitto i Padri e Dottori della Chiesa. Altri Santi ausiliatori sono raffigurati nel piedritto dell’arcone: Sebastiano e Rocco, protettori contro la peste e Santa Apollonia invocata per il mal di denti.

Arte, storia e tradizioni si intrecciano qui, in questi angoli preziosi da custodire e che silenziosi attendono il nostro sguardo.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
(Fonte: Giada Cattelan).
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